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PANGEA Nmero 7 Anno 2021

Fig. 4 Quantità di acqua imbottigliata in Italia. Il diagramma evidenzia un progressivo aumento (Fonte: Lega Ambiente,
2018)

Secondo le medie nazionali gli italiani (includendo anche chi non la beve) consumano ogni giorno circa 0,7 Litri
di acqua minerale: tale quantità, per un individuo adulto di 70kg, rappresenta circa il 50% dell’assunzione comples-
siva di alimenti di una giornata (Rif. Web 3). L’acqua minerale in bottiglia è apprezzata in modo sostanzialmente
trasversale al genere, all’età, alla scolarità, alla condizione socio-economica ed area geografica di residenza, tuttavia
bevono più acqua imbottigliata i 18-34enni, i laureati e chi vive nel Nord Italia (The European House Ambrosetti,
2018).

2.2 Problematiche acqua in bottiglia (produzione, trasporto, rifiuto, conservazione, microplastiche)

Le acque in bottiglia costituiscono un prodotto assai complesso a livello gestionale.
Nella fase di produzione è stato stimato che la “water footprint” di un litro d’acqua imbottigliato, ovvero la
quantità d’acqua necessaria per produrre una bottiglia d’acqua (produzione plastica, etichetta, etc. ), sia tra i 15 e i
20 litri (Tandon et al., 2014). Invece, valutando le materie prime fossili impiegate per una bottiglia in PET, si riscon-
tra un consumo di petrolio per circa il 10% del peso, un consumo di carbone per 80 grammi e un consumo di 42 litri
di gas naturale (Rif. Web 4).
La fase di distribuzione ha avuto un’evoluzione negli anni, in particolare il mercato dell’acqua minerale fino agli
anni ’80 è stato un mercato locale in cui sostanzialmente ogni Regione o porzione di essa aveva la sua acqua del
territorio. In seguito all’acquisto di alcune fonti da parte di multinazionali nacque una logica di business differente
basata sul diffondere i prodotti anche fuori dalla prossimità della fonte. Per tale motivo è possibile trovare acque in
bottiglia del Piemonte e della Lombardia su tutto il territorio nazionale, inoltre supponendo che l’acqua minerale
mediamente venga trasportata di soli 100 km prima di essere consumata si stima che 1-2 camion ogni 100 che si
spostano sulle nostre strade stiano trasportando acqua (The European House Ambrosetti, 2018).
La fase conclusiva del ciclo delle acque in bottiglia vede la gestione del rifiuto. In Italia oltre l’80% dell’acqua
minerale è confezionata in bottiglie di plastica, il vetro infatti è il materiale preferito solo per i prodotti di fascia alta
e utilizzato sul canale della ristorazione. Per imbottigliare l’acqua minerale Italiana si stima si utilizzino tra 7 e gli 8,5
miliardi di bottiglie di plastica prodotte in PET non biodegradabile (Lega Ambiente, 2018). Queste bottiglie non si
possono riutilizzare e dopo il consumo del prodotto che contengono devono essere gestite nell’ordinario percorso
destinato alla sezione plastica dei rifiuti. La forte propensione italiana al consumo di acqua minerale in bottiglia è
probabilmente la principale causa che spinge il nostro paese tra i primi posti Europei in termini di generazione di
rifiuti in plastica pro capite. Infatti, viene riciclato il PET corrispondente a solo 1 bottiglia ogni 4 consumate, le altre
3 bottiglie sono incenerite, interrate o disperse nell’ambiente. All’interno di un dibattito più ampio su consumi e
stili di vita rientra la valutazione di come le filiere di consumo d’acqua siano globalmente sostenibili in relazione alla
dispersione di rifiuti plastici nell’ambiente che stanno avendo impatti negativi su alcune filiere alimentari, special-
mente quelle marine (The European House Ambrosetti, 2018).

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