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L’acqua che beviamo: acqua in bottiglia e acqua di rete
L’ACQUA CHE BEVIAMO: CONSUMI E QUALITÀ DELL’AC-
QUA IN BOTTIGLIA E DELL’ACQUA DI RETE IN ITALIA
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Daniele Cocca , Manuela Lasagna , Domenico Antonio De Luca
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Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Torino, manuela.lasagna@unito.it, domenico.deluca@unito.it.
* Corresponding author: daniele.cocca@unito.it
Abstract: L’Italia si posiziona ai primi posti in Europa sia per consumo idrico domestico, consumando il doppio di
paesi come Francia e Germania, sia per prelievi di acqua potabile, inoltre, l’Italia vanta un sorprendente primato
per il consumo di acqua in bottiglia risultando prima in Europa e seconda al mondo, nonostante sia un paese ca-
ratterizzato dall’abbondanza di risorse idriche e le numerose problematiche inerenti le acque in bottiglia
(produzione, trasporto, gestione del rifiuto, conservazione e presenza di microplastiche). Questi dati evidenziano
un’anomalia nazionale, sostanzialmente omogenea sul territorio, causata da un insieme di fattori variegati.
L’attuale consumo eccessivo di acqua in bottiglia è il risultato di varie strategie di vendita delle aziende imbottiglia-
trici avviate dagli anni ’70, associando caratteristiche di purezza e sicurezza. Parallelamente, esiste un timore
nell’approvvigionamento dalle reti idriche nonostante l’ottima qualità delle acque, ciò connesso a varie problema-
tiche delle reti quali l’elevata età delle opere, scarse manutenzioni, numerosi casi di perdite e disservizi, sporadici
episodi di contaminazioni, presenza di cloro e comunicazioni inefficaci provenienti dai gestori. Questi fattori in-
fluenzano le percezioni dei cittadini nei confronti delle due tipologie di acque, nonostante le qualità risultanti sia-
no al medesimo livello. Nel contesto della Regione Piemonte si osservano le medesime tendenze riscontrante a
scala nazionale, evidenziando la presenza delle acque in bottiglia col minor contenuto di sali e l’eterogeneità del
volume prelevato in funzione delle tipologie di captazione fra i vari settori regionali.
Parole chiave: acqua in bottiglia; acqua di rete; qualità; consumi idrici; Piemonte.
1. Introduzione
1.1 Consumi idrici europei
L’acqua non è una risorsa illimitata e non è un diritto acquisito per tutti. A livello globale:
850 milioni di persone (il 12% della popolazione mondiale) non dispongono di acqua qualitativamente adeguata
nelle quantità necessarie;
3,5 milioni di decessi all’anno sono imputabili a malattie legate all’indisponibilità di acqua salubre.
Nonostante tre quarti della superficie terrestre siano ricoperti d’acqua, solo una minima frazione di questa è
utilizzabile dall’uomo per le sue necessità. Il 97% dell’acqua sul pianeta è salata e il 2,5% è dolce, ma imprigionata
nei ghiacciai. Dello 0,5% di acqua dolce disponibile il 98% giace nel sottosuolo ed è quindi difficilmente accessibile;
la quota restante si manifesta ciclicamente sotto forma di fiumi, laghi o acqua piovana (WBCSD, 2009).
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Nel 2018 gli utilizzi idrici in Europa sono stati di 214 miliardi di m , di cui 60% attribuibile alle attività agricole,
18% dedicato all’attività di raffreddamento degli impianti, 11% alle attività del settore industriale, 11% agli usi civili
(Figura 1). Anche in Italia, in linea con il quadro tracciato per l’Unione Europea, il primo settore per utilizzo idrico è
l’agricoltura (Rif. Web 1).
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