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PANGEA Numero 6 Anno 2021


          Direzione e redazione                         Le conseguenze si notano già adesso.  La parte meridionale
                                                        dell'Europa inizia ad avere un clima più affine a quello del Nord
          Associazione GEAM
                                                        Africa. Con i cambiamenti climatici l'anticiclone delle Azzorre
          c/o DIATI—Politecnico di Torino               fin qui elemento unificante della nostra identità mediterranea,
          C.so Duca degli Abruzzi, 24                   che favoriva un clima mite per l'agricoltura, è scalzato dagli
          10129 TORINO                                  anticicloni africani, che portano siccità. Questo cambio di clima
                                                        sta modificando gli equilibri europei, a partire dalle rotte nava-

                                                        li. Nel nord Europa, con la fusione dei ghiacci artici, si stanno
          Direttore editoriale                          aprendo due passaggi a nord operativi per la navigazione,
          Domenico  Antonio De Luca                     mentre il canale di Suez sta perdendo valore. Allo stesso tem-

          Università di Torino                         po stanno aumentando spinte economiche e commerciali uni-
                                                        ficanti tra la sponda sud del Mediterraneo e la sponda setten-

                                                        trionale dell'Africa.

                                                        Secondo la World Meterological Organization e il Met Office

                                                        c'è il 40% di probabilità che la temperatura media annuale glo-

                                                        bale arrivi a sforare i +1,5 °C dai valori di riferimento entro i
                                                        prossimi 5 anni. «Il grado e mezzo non è un problema di per
                                                        sé, ma c'è forse stato un errore di comunicazione da parte de-
                                                        gli scienziati, che non hanno capito che le persone processano

                                                        da prima la componente emotiva del messaggio.

                                                        Dire che la temperatura è aumentata di un grado in 200 anni
                                                        non fa di per sé notizia. Quello che si dimentica di dire è che

                                                        questo si traduce in un eccesso di energia che introita il siste-
                                                        ma Terra, l'equivalente dell'esplosione di 410 mila bombe ato-

                                                        miche al giorno, energia non incanalata nel sistema che si tra-
                                                        sforma in disordine. Sul Mediterraneo  il caos è più rapido e
                                                        più esacerbato. I media di solito parlano dell'impatto dei cam-


                                                        biamenti climatici sulla fisiologia umana (ondate di calore),
                                                        dell'impatto degli eventi climatici estremi sulle infrastrutture,
                                                        ma non si parla abbastanza dell'imprevedibilità del clima che
                                                        fa venir meno servizi ecosistemici essenziali, cicli da cui conti-
                                                        nuiamo strettamente a dipendere.

                                                        Quando parliamo di clima parliamo di valore, di biodiversità. I
                                                        cambiamenti climatici desincronizzano i meccanismi su cui pro-
                                                        lifera la biodiversità ed esercitano su di essa una pressione for-
                                                        tissima. A questo si aggiungono gli interventi umani più diretti,
                                                        come l'inquinamento da plastica che oltre ad avvelenare il Me-
                                                        diterraneo, un mare grande ma pur sempre un sistema chiuso,
                                                        crea anche un problema commerciale per i pescatori: sempre
                                                        più spesso ci si imbatte in macroplastiche visibili nel pescato.
                                                        Oltre a questo ricordiamo l'inquinamento industriale e la per-
                                                        dita di biodiversità anche attorno alle acque del Mediterraneo,
                                                        nei prodotti agricoli e nella copertura forestale: certi prodotti
                                                        agricoli esistono da noi grazie a una serie di biomi che portano
                                                        ricchezza nel suolo e rappresentano una fonte di reddito enor-
                                                        me.(Grammenos Mastrojeni Segretario Generale per l'Energia
                                                        e l'Azione Climatica dell'Unione per il Mediterraneo).







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