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PANGEA Numero 6 Anno 2021
EDITORIALE
Domenico Antonio De Luca
Giornata mondiale dell'ambiente, 5 giugno e
"Ripristino degli ecosistemi": la situazione nel bacino
del mediterraneo
Nella Giornata mondiale dell'ambiente, che si celebra ogni anno il 5 giugno e che in questo 2021 è dedicata al
"Ripristino degli ecosistemi": la situazione nel bacino del mediterraneo.
La Giornata Mondiale dell’Ambiente 2021 si concentra sull’azione urgente per dare nuova vita agli ecosistemi
danneggiati. Ripristinarli significa non soltanto riportarli a una condizione originaria, ma impostare una intera-
zione diversa con loro, tra uomo e natura. Un’azione che per centrare l’obiettivo deve necessariamente avere
un respiro globale. “Il ripristino dell’ecosistema è un’impresa globale su vasta scala”, ricorda l’Onu. “Significa
riparare miliardi di ettari di terra b in modo che le persone abbiano accesso a cibo, acqua pulita e lavoro
Ripristino degli ecosistemi significa assistere al recupero degli ecosistemi che sono stati degradati o distrutti,
nonché alla conservazione degli ecosistemi ancora intatti. Ecosistemi più sani, con una biodiversità più ricca,
offrono maggiori benefici come terreni più fertili, maggiori rese di legname e pesce e maggiori riserve di gas
serra.
Il ripristino può avvenire in molti modi, ad esempio attraverso la semina attiva o rimuovendo le pressioni in
modo che la natura possa riprendersi da sola. Non è sempre possibile – o desiderabile – riportare un ecosiste-
ma al suo stato originale. Abbiamo ancora bisogno di terreni agricoli e infrastrutture su terreni che una volta
erano foreste, per esempio, e gli ecosistemi, come le società, devono adattarsi a un clima che cambia.
Da qui al 2030, il ripristino di 350 milioni di ettari di ecosistemi terrestri e acquatici degradati potrebbe gene-
rare 9 trilioni di dollari in servizi ecosistemici. Il ripristino potrebbe anche rimuovere dall'atmosfera da 13 a 26
gigatonnellate di gas serra. I benefici economici di tali interventi superano di nove volte il costo dell'investi-
mento, mentre l'inazione è almeno tre volte più costosa del ripristino dell'ecosistema.
Tutti i tipi di ecosistemi possono essere ripristinati, comprese foreste, terreni agricoli, città, zone umide e
oceani. Le iniziative di restauro possono essere lanciate da quasi chiunque, dai governi e dalle agenzie di svi-
luppo alle imprese, alle comunità e agli individui. Questo perché le cause del degrado sono molte e varie e
possono avere un impatto a diverse scale.
In questo contesto la regione Mediterranea è una delle aree più a rischio al mondo per gli effetti dei cambia-
menti climatici. . Infatti a livello atmosferico l'area mediterranea si riscalda il 20% più velocemente rispetto
alla media globale (ha già raggiunto +1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali) e ancora di più si riscaldano le sue
acque. Tutto questo comporterà un deficit di risorse, con 250 milioni di persone in scarsità idrica entro due
decenni, e un rapido innalzamento del livello del mare dovuto soprattutto alla dilatazione termica dell'acqua.
Il problema non è soltanto l'aumento di un metro o più entro fine secolo, ovvero l'acqua che ricopre le terre: i
20-25 cm di innalzamento previsti entro una decina d'anni determineranno il cuneo salino, la penetrazione di
acqua salata nelle terre costiere, che diverranno così sterili per l'agricoltura. Un fenomeno che avrà l'impatto
maggiore in aree come il Delta del Nilo, dove la salinizzazione può mandare in tilt l'agricoltura di sussistenza di
milioni di persone.
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