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L’acqua che beviamo: acqua in bottiglia e acqua di rete
Tra i residenti del nord-est si riscontra la maggiore penetrazione di chi beve regolarmente acqua del rubinetto
(61%) mentre al sud quasi il 50% della popolazione non la beve mai o molto raramente. Nello specifico l’ISTAT rileva
che non beve acqua dal rubinetto il 63% dei sardi, il 57% dei siciliani, il 46% dei Calabresi.
Il consumatore associa un valore economico all’acqua in modo molto diverso e non sempre lineare. Per cerca-
re di ricollegare in modo analitico il prezzo pagato ed il valore ottenuto nel consumo d’acqua nel 2018 è stata con-
dotta un’indagine quantitativa su un campione di 500 intervistati. L’indagine si è svolta utilizzando la metodologia
inedita che identifica 5 fattori che contribuiscono alla creazione di valore di un bicchiere d’acqua: Sicurezza, Piace-
volezza, Libertà di Accesso, Ambiente, Sostenibilità (The European House Ambrosetti, 2018).
Per il consumatore Italiano la componente più importante quando sceglie la sua filiera di consumo è la
“Sicurezza” intesa come conformità dell’acqua che beve alle linee guida dal punto di vista del contenuto microbio-
logico, chimico e fisico. Su questo fattore, il consumatore considera l’acqua da rete idrica che esce dai rubinetti
equipaggiati con filtri quella migliore; l’acqua in bottiglia e l’acqua spillata dalle casette dell’acqua seguono a breve
distanza, mentre l’acqua da rete idrica senza filtri soddisfa solo 45 Italiani su 100.
Il fattore “Piacevolezza”, inteso come il gradimento al palato, ottiene un valore leggermente più alto al sud
Italia e un notevole gap tra generazioni più mature e generazione sotto i 30 anni. Gli italiani esprimono una netta
preferenza per l’acqua minerale in bottiglia, trasversalmente dall’età, mentre l’acqua da rubinetto senza filtri soddi-
sfa circa 40 persone su 100, convincendo solo un giovane su 3 sotto i 30 anni e una persona su 2 tra i 50 ed i 65 an-
ni.
La “Libertà di Accesso”, intesa come la possibilità di avere l’acqua disponibile e facilmente reperibile, non mos-
tra differenze tra nord e sud, ma nettamente più importante per le persone più mature rispetto ai giovani. La mag-
gioranza dei consumatori trova comodo usare l’acqua del rubinetto, decisamente staccata l’acqua in bottiglia che
trova scetticismo soprattutto nella generazione più giovane. È considerata ancora scomoda la scelta della casetta
dell’acqua che convince solo 1 giovane su 4 al nord.
Il fattore “Ambiente” inteso come l’insieme delle conseguenze che il prodotto ha sull'inquinamento e la gestio-
ne dei rifiuti e il fattore “Sostenibilità nell'uso delle risorse”, inteso come l’impatto che le scelte di acquisto hanno
sulle risorse scarse del pianeta sono fattori importanti di scelta per gli intervistati senza differenze tra nord e sud.
Su questi fattori gli Italiani giudicano l’acqua da rete idrica soddisfacente mentre condannano l’acqua minerale in
bottiglia considerata soddisfacente solo dal 25% degli Italiani.
Da una visione di sintesi emerge come il consumatore italiano ponderi in modo tutto sommato equilibrato i 5
elementi nella sua scelta di consumo. Nonostante mostri maggior attenzione ai fattori che influenzano la sua sfera
personale (Sicurezza, Libertà di accesso e Piacevolezza nell’ordine) non dimentica fattori importanti per la collettivi-
tà locale (Ambiente e Rifiuti) e per la collettività mondiale (Sostenibilità nell'uso delle risorse).
La classifica in termini di media sui 5 fattori vede l’acqua di rete con filtri la soluzione a maggiore valore intrin-
seco. L’acqua minerale in bottiglia è quella che raccoglie meno consenso dato che i buoni punteggi ottenuti in Sicu-
rezza e Piacevolezza non riescono a compensare i cali sui fattori che contemplano le esternalità negative della pla-
stica (Figura 9).
Fig. 9 Sintesi del contributo alla percezione di valore dei 5 fattori (Fonte: The European House Ambrosetti).
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