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GEOMATERIALI E ANALOGHI SINTETICI

         luce trasmessa e l’analisi chimica, è stato invece possibile suddividere i campioni di malta in 4 grandi gruppi, sulla
         base di caratteristiche composizionali e tessiturali diverse, permettendo di identificare differenti fasi costruttive che
         si sono avvicendate nei secoli (Pecchioni et al., 2006).  Oltre a ciò sono state evidenziate particolari fenomenologie
         di alterazione superficiale in atto sulle murature, dovute principalmente alla localizzazione delle stesse sopra le
         tombe, responsabili perciò della formazione di concentrazioni elevate di nitrati. Lo studio si è rilevato fondamentale
         oltre che per la ricostruzione storica della vecchia Basilica di Santa Reparata, le cui strutture si trovano al di sotto
         dell’attuale Cattedrale di Santa Maria del Fiore, anche ai fini degli interventi di restauro da effettuare.





         1.4. Le malte del sito archeologico di Hierapolis di Frigia (Turchia)


             Durante la realizzazione di un progetto di ricerca finanziato dal MIUR è stata condotta un’ampia indagine sui
         materiali lapidei e sulle malte di allettamento ed intonaci del sito archeologico di Hierapolis di Frigia, nella regione
         di  Denizli  in  Turchia.  Lo  studio  ha  portato  alla  ricostruzione  storica  dei  cantieri  e  dell’approvvigionamento  dei
         materiali della città dall’epoca romana a quella bizantina (Figura 12). Per quanto riguarda le malte e gli intonaci è
         stato osservato un cambiamento nella selezione delle materie prime e nelle tecniche di realizzazione degli impasti
         nel tempo. Le malte di epoca imperiale sono state realizzate mescolando calce, ottenuta dalla cottura di travertini o
         di  marmi,  e  sabbie  silicee  dei  fiumi  locali.  Gli  intonaci  di  epoca  bizantina  appartenenti  alla  Chiesa  dedicata
         all’Apostolo  Filippo,  negli  strati  più  esterni,  sono  stati  invece  realizzati  mescolando  calce  e  paglia,  mentre
         l’aggregato è pressoché assente. In questo progetto lo studio composizionale delle malte e degli intonaci è stato
         anche finalizzato all’individuazione delle migliori strategie per la conservazione ed il restauro dei monumenti del
         sito (Cantisani et al., 2016; Vettori et al., 2019).





















                   Fig. 12. Il sito archeologico di Hierapolis di Frigia (Turchia): il Teatro (sx), la collina di San Filippo (dx).



         1.5. Gli intonaci pompeiani


             Nell’ambito di una decennale collaborazione tra il CNR e l’Istituto Svedese di Studi classici di Roma è stato
         condotto  un  ampio  studio  sugli  intonaci  pompeiani  dipinti  appartenenti  a  diverse  Insulae  al  fine  di  evidenziare
         possibili  differenze  composizionali  fra  gli  intonaci  di  supporto  dei  quattro  stili  pittorici  che  si  sono  succeduti  a
         Pompei in un periodo di circa 200 anni (Figura 13). Ciò allo scopo di poter datare in maniera relativa le murature
         anche in assenza di decorazioni dipinte. La ricerca condotta ha confermato la relazione tra periodi storici e tipologia
         di malte. Ciò ha permesso quindi una datazione relativa degli intonaci in base alle caratteristiche composizionali
         (Freccero,  2018).  E’  stato  inoltre  verificato  che  all’interno  delle  stessi  stili  pittorici  si  identificano  più  “gruppi
         petrografici”.  In  particolare  è  stato  osservato  che  gli  impasti  riferibili  al  primo  e  secondo  stile  pittorico  sono
         preparati con maggior cura rispetto a quelli successivi, con legante abbondante e aggregato ben selezionato. Infine,
         è stato verificato che la qualità degli impasti dipende anche dal prestigio dell’edificio cui appartengono, ad esempio
         le malte degli edifici pubblici del Foro mostrano sempre una qualità superiore rispetto a quelle degli edifici privati
         dell’ Insula I9 per una migliore selezione dell’aggregato, legante abbondante e depurato dai grumi, ben amalgamato




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