Page 19 - C:\Users\Utente\AppData\Local\Temp\msoF529.tmp
P. 19

PIETRE STORICHE APPLICATE AI BENI CULTURALI E VALORIZZAZIONE SITI























                Fig. 5. Fossili visibili nella pavimentazione di Corso Paolo   Fig. 6. Fossili di corallo presenti sul muro antistante
                Agliata. Sulla destra dell’immagine si può ritrovare una       l’ex scuola media.
               borchia in ottone caratterizzante i principali punti di inte-
                         resse a livello di geotour urbano



         1.1 Le cave di calcare utilizzate per la realizzazione del duomo di petralia: pizzo santo otiero (u vazu di
            sant’utieru)
                Alla base della irta cresta di Monte S. Salvatore, prima di un morbido declivio che si prolunga fino alle sorgenti dell’I-
         mera Meridionale, si erge maestoso e imponente ‘u Vazu di Sant’Utieru (Figura 7). Morfologicamente è l’accoppiamento di due
         ammassi rocciosi, quello inferiore spesso circa 30 metri composto da frammenti rocciosi provenienti da un antico ammasso
         carbonatico, e quello superiore, spesso circa 20 metri, composto da strati rocciosi calcare a Lumachella. Ai tempi della costru-
         zione della Chiesa Madre di Petralia Sottana (1644) la parte superiore è diventata una cava per estrarre le colonne della chiesa
         (Figura 8). Colonne alte 5,50 m. più un basamento di 0,63 m. e larghe tre palmi, pari a 0,78 m). Le colonne (Bongiorno & Ma-
         scellino 2007) sono state ricavate da grossi massi nelle adiacenze di Sant’Otiero, ove si ritrovano ancora colonne, almeno tre,
         ancora non completamente estratte e abbandonate perché rotte nell’ultima fase.

                “Ogni monolite ha un peso di circa 5 tonnellate e l'epica fase del trasporto fino al cantiere, come in analoghe operazio-
         ni descritte in documenti di archivio..., avveniva per trascinamento con l'ausilio dei mezzi allora a disposizione, verosimilmente
         una grossa "straula" tirata da più coppie di buoi, seguendo il percorso più agevole possibile e cercando di evitare ripide discese
         e salite. Il trasporto era preceduto sempre dallo spietramento delle trazzere e dal livellamento dei tratti dissestati. Una tradizio-
         ne orale parla anche di fascine di "sarmenti" poste sul percorso per facilitare lo scorrimento. Giunte a destinazione, le colonne
         erano rifinite e collocate…. Il lavoro di intaglio delle colonne veniva eseguito da alcuni Mastri scalpellini inviati a Petralia dal
         Principe di Campofranco.” (Bongiorno & Mascellino 2007)





























                                                                                                               19
   14   15   16   17   18   19   20   21   22   23   24